Don Oreste Rosso

17 novembre 2008

Don Oreste Rosso, musicista friulano e compositore di chiara fama, conoscitore dei canti sacri e della musica resiana in generale. Il Maestro, infatti, conosceva molto bene le musiche valligiane, sia per gli scambi culturali avuti con i condiscepoli originari delle vallate slavofone durante gli anni giovanili della formazione in Seminario, sia per le frequenti visite in Resia dove, oltre a collaborare nelle funzioni sacerdotali con il grande amico il pievano don Antonio Pagnutti, accompagnava i riti religiosi suonando l’organo nella chiesa di Prato. Gli juvenes cantores della Pieve sorti nel 1961 si potevano avvalere durante le cerimonie religiose più importanti della grande maestria del famoso organista ma traevano anche grandi insegnamenti canori dalla sua capacità direzionale.

Quando nel 1984, dopo le prime esperienze di canto resiano effettuate con il maestro Antonio Colussi e la collaborazione di Mario Macchi, il coro decise di dedicarsi alla riscoperta e alla valorizzazione del canto valligiano, il presidente, conoscendo ersonalmente il maestro Oreste Rosso, gli si rivolse per una collaborazione. Iniziò così l’attenta lettura del libretto, riprodotto in italiano nel 1978 da Arturo Longhino Arkëtöu, “Chansons et airs de dance de la Vallée de Resia” scritto dalla etnomusicologa Ella von Schultz Adaiewsky, in collaborazione con il glottologo J. Baudouin de Courtenay e pubblicato presso l’Accademia delle Scienze Imperiali di San Petersburg. nel 1887. Dal libretto, già conosciuto dal coro e utilizzato per il precedente repertorio, furono scelte cinque arie di danza. Ricordo personalmente che quando recapitai al maestro nella sua casa di Martignacco le partiture originali, questi si mise immediatamente al pianoforte e iniziò a suonare con una maestria unica commentando i passaggi e gli accordi che scaturivano dalla sua fantasia. In quindici giorni furono armonizzati: “Da lipa ma! Kë bej nä jë? (Dov’è la mia bella?)”, “Ta Ravankškä (La canzone di Prato)” , “Ta Ösöjska (La canzone di Oseacco)”. Nella sua rispettosa armonizzazione corale per quattro voci pari, il Maestro ha evidenziato il modello strumentale con il continuo passaggio di tonalità caratteristico della musica da danza resiana.

Nella nota che accompagna il primo canto, “Dov’è la mia bella?” si legge; Aria con parole e accompagnamento strumentale. Realizzazione per coro a voci pari, I tenore, tenore II, baritono e basso. Con tre variazioni: a) canto solitario e coro muto; b) duetto (tenore e baritono) e coro muto; c) quartetto vocale. La seconda variazione è stata effettuata sfruttando la parte strumentale su una quarta superiore.

La seconda “Chanson satyrique” Prato di Resia si differenzia dalla prima, oltre che nel testo e nella musica, solo nella parte b) perchè il canto è affidato al basso.

La terza “Ta Ösöjska (La canzone di Oseacco)” ricalca la traccia precedente.

I tre canti sono entrati a far parte del repertorio del coro Monte Canin in periodi diversi, sono stati trascritti sui libri pubblicati dal coro “Lipe Rožyze“ e “Lytrate” e incisi su disco musicassetta e Cd “Hre Albä” e “Lytrate”. Attualmente vengono insegnati agli alunni nelle scuole primarie di Resia nelle ore del Piano dell’Offerta Formativa.