La Val Resia o “Valle dei fiori”, sale lentamente per circa 20 Km. in direzione O-E, fino a Coritis. La porta d’ingresso è incassata tra due pareti montuose, a Resiutta, nella Val Fella. Prende il nome dalle limpide acque del torrente che la percorre, il Resia, che nasce sui monti “Baba” e “Guarda”, mentre sullo sfondo campisce l’affascinante massiccio del Canin. È qui, ad Est, che si trovano le cime più alte che la circondano e nella catena dei Musi a Sud.
È situata nella parte orientale del Friuli Venezia Giulia, tra le Alpi e Prealpi Giulie: confina a Nord con Chiusaforte, a Sud con Lusevera e Venzone, ad Est con la Repubblica di Slovenia e ad Ovest con Resiutta.
Il Comune, uno dei più vasti della Provincia di Udine, si estende per quasi 120 Kmq, dei quali la metà coperti da boschi; ha per capoluogo Prato, sede del Comune, ed è formato da cinque principali frazioni e numerose borgate; Bilä -San Giorgio- con Ravanzä -Prato- e Solbiza -Stolvizza-, sorgono sulla destra orografica del Resia ; Njyuä -Gniva- e Osoane -Oseacco- sulla sinistra. Appartiene al Comune di Resia anche Učjo -Uccea-, piuttosto lontana sul confine con la Slovenia, nell’omonima vallata, più corta e più stretta, parallela a quella di Resia, ma non per questo meno importante. Korytö –Coritis-, abitata solo nei mesi estivi, è ai piedi del Canin, su uno splendido pianoro circondato da montagne. Lišćaze –Lischiazze-, sotto gli impressionanti strapiombi dei monti Musi, è vicina al Rio Barman, copiosa sorgente carsica, che dà origine ad una cascata di rara bellezza, color verde smeraldo, detta Fontanone Barman. Gost, piccola e suggestiva borgata vicina a Lischiazze, è immersa nel verde tra prati, faggete e boschi di pino nero, mentre Zamlin, adagiata sul fondovalle, gode della bellezza delle rive del Resia, meta di campeggiatori;
Di questi paesi, solo Stolvizza e Coritis, risparmiate dal sisma del 6 maggio 1976, mantengono ancora le loro originarie caratteristiche architettoniche, con le tipiche case in pietra, con i ballatoi in legno, ed i piccoli cortili. Stolvizza è arroccata su un soleggiato pendio roccioso sotto il Monte Sart, in posizione dominante sulla valle, mentre Coritis è situata proprio all’ombra del Canin che chiude, ma nello stesso tempo domina tutta la vallata.
La viabilità di collegamento della valle è circa 60 Km. e permette di raggiungere agevolmente tutte le varie località e frazioni.
Relativamente all’aspetto geologico, la vallata è interamente scolpita nella dolomia. Spettacolari sono i resti dell’attività glaciale, cui sono testimonianza la stessa sezione valliva a forma di U e gli enormi massi ad acuti spigoli ovunque disseminati in gran numero: questi cospargono a tratti anche il Resia; alti e grossi, sono la salvezza della valle. I terrazzi alluvionali, sopraelevati rispetto al fondovalle di un centinaio di metri o a volte solo di alcune decine, come a Zamlin, ospitano gli abitati e sono delimitati da scarpate con inclinazioni variabili da 30° a 40°, ricoperte di vegetazione.
Il torrente Resia, incanto naturale, la percorre per tutta la sua lunghezza sino a sfociare nel Fella. Scorre incassato in una stretta valle, tra mille anse e piccole cascate, fino all’altezza del borgo Zamlin, oltre il quale la sezione valliva e l’alveo progressivamente si ampliano. Lungo il suo percorso è alimentato da affluenti maggiori quali il Rio Mlicina, Bercine, Potoch di Oseacco, Barman, e il Rio Nero in sinistra; il Rio Laschi , Lommig, Malicen in destra idrografica, e da una miriade di altri piccoli rii, caratterizzati da modesti bacini di alimentazione e carattere spiccatamente torrentizio.
Quest’appartata Valle, coronata da catene di monti, è rimasta per secoli completamente isolata. La strada che la collegava al resto della regione, era niente più che un sentiero di montagna, poi allargato, ma solo nel 1927 trasformato in strada carrozzabile. Possiamo così capire come qui si mantengano ancora intatti e unici, usi e costumi antichissimi che solo ora con il rapido evolversi della vita tendono lentamente a scomparire. La lingua locale, il Resiano, appartiene al ceppo Slavo antico;
Ogni stagione in valle, offre delle buone occasioni per trascorrere momenti rilassanti percorrendo gli innumerevoli sentieri suggestivi e panoramici che raggiungono le cime più elevate: da Ovest a Est, in progressione, il Monte Lavara (m. 1906), mole incombente dal quale si può ammirare le Alpi Carniche e le Alpi Giulie;
Monte Cuzzer (m. 1462), Monte Cadin (m. 1818), prima cima, in direzione Ovest-Est, della catena dei Monti Musi, con pareti ripide e scoscese;
La catena dei Monti Musi (m. 1878), gigantesca muraglia che culmina in una cresta dentellata con fianchi scoscesi e profondamente incisi; da queste cime si ha un’ottima vista, fino al mare;
Monte Zaiàvor (m. 1815), terza cima della catena dei Musi, posto al limite orientale della stessa, dalla sua vetta si gode un magnifico panorama sulla pianura friulana;
La dorsale del Chila, con andamento crescente, si estende poco a nord della catena dei Musi, tra le cime del monte Cochiaze (m. 1410) e M. Plagne (m. 1663); la sua cresta è, a differenza della catena dei Musi, ondulata e arrotondata con fianchi coperti da vegetazione; essa comprende in successione anche il M. Nische (m. 1454), il M. Stregone (m. 1470), il M. Chila (m. 1419), il M. Banera (m. 1615). Da queste cime il panorama lascia davvero con il fiato sospeso, in particolare dal M.Chila la vista sul gruppo del Canin è splendida;
M. Guarda (m.1720), cresta trasversale ad oriente, congiunge la catena del Chila con il massiccio del Canin, lungo il confine con la Repubblica di Slovenia; da qui la vista sulla Valle dell’Isonzo è davvero unica;
Il massiccio del Canin, visibilissimo anche da grande distanza, appartiene al gruppo delle Alpi Giulia. Ha inizio, in direzione Nord, con i Monti Baba Piccola (m. 1977) e Baba Grande (m. 2160), torrioni di roccia bianca che svettano improvvisi dalla dorsale del monte Guarda e culmina nella cima dell’ Alto Canin, raggiungendo 2587 m. slm; tra queste due cime sono ricomprese in successione le cime dei monti Slebe (m. 2317), Lasca Plagna (m. 2448), Cerni Vogu (m. 2422) ed il basso Canin (m. 2571). Dalla cima del Canin, il panorama è tra i più belli delle Alpi. Da qui si vedono le Alpi Carniche, i Tauri, tutte le Alpi Giulie, i Musi, la pianura friulana fino al mare e nelle giornate limpide, si può scorgere all’orizzonte Venezia. Continuando, il massiccio degrada ad Ovest verso il Picco di Carnizza (m. 2241), il Picco di Grubia (m. 2240) per risalire verso il M. Sart (m. 2324) che sovrasta Stolvizza. Dal Sart le montagne digradano, formando una cresta rocciosa (Cresta Indrinizza), verso il Picco di Mezzodì (m. 1866) che sovrasta Sella Buia. Successivamente la morfologia della montagna cambia e ridiventa spianata, erbosa, e ricoperta da boschi di faggio e pino nero, degradando verso il crinale Curnic (m. 1238) il M. Plagna (m. 853) ed il M.Staulizze in Comune di Resiutta.
Innumerevoli sono le località disseminate lungo tutta la valle, dove numerosi stavoli, malghe e casere conservano ancora oggi la loro forma originaria e sono testimonianza dell’intensa e faticosa attività agro-pastorale e di sfruttamento del bosco, condotta dagli abitanti. Tra queste si citano alcune:
Sella Carnizza (m.1086), con gli stavoli “Gnivizza”, unisce in uno splendido scenario la Valle di Resia con quella di Uccea, Stavoli “Provalo”, “Iama”, “Clen”, Casera “Coot”, Casera “Canin”, Stavoli “Pusti Gost”, “Bärdö”, ”Uslö” “Sagata”, “Scia”, e “Ruschis”. Molte sono anche le località da citare nella valle di Uccea, tra cui gli Stavoli “Tanamea”, “Tamor”, “Rasuga”, “Tasaispizo”, Casera “Nischiuarch”, “Tapozormì”, “Malicuc”, “Caal”, “Tapotmalicucon”, “Tanatinoff”, “Tanatiloto”, “Tanatibord”, e la località “Tampolosè”.
Anche dal punto di vista della vegetazione e della flora , la valle presenta una notevole ricchezza determinata dalla posizione geografica, dalle marcate differenze altitudinali e dalla ricchezza di precipitazioni. È ricoperta in prevalenza da ricchi boschi di faggio a Sud e di Pino nero a Nord, la cui freschezza, assieme ai prati dorati di Sella Carnizza , ai pianori verdeggianti degli stavoli, punteggiati di mille fiori, ed al continuo mormorio delle acque cristalline del Resia, fanno apparire questo luogo gradevole per grandi e piccini.
Franco Barbarino Matyjonöu
Bibliografia:
RESIA – Società Filologica Friulana – Numero Unico –Primavera 1967
Opuscolo di Benvenuto nella Val Resia edito a cura dell’associazione Turistica Pro Val Resia
Pubblicazione I/Geografia e Paesaggio a cura del Parco Naturale delle Prealpi Giulie
RESIA E I RESIANI – Jan I.N. Baudouin De Courtena a Cura di Aldo Madotto e Luigi Paletti
La riviste del Treekking – Speciale il Parco delle Prealpi Giulie – Piero Amighetti Editore
Opuscolo su Resia (vedere)
Tipologia e tecnologia dell’abitat vernacolare in Friuli – Val resia – di Francesco Chinellato – Quaderno del Dipartimento di Ingegneria Civile n° 9 – Università degli Studi di Udine
Resia – Paesi e località – di Aldo Madotto